“I libri sono un atto d’amore ”. Al Salone del libro di Torino 2023

I libri sono un atto d’amore. Questa frase, tratta dalla conferenza inaugurale con un intervento di Svetlana Alexievič introdotta da Loredana Lipperini, riassume il mio Salone internazionale del libro di Torino 2023.

Ma per spiegarlo devo fare un SalTo di un anno.

L’anno scorso, quando dissi a mia mamma che sarei andata con il mio compagno al Salone, si lasciò sfuggire: “È il mio sogno!”. Dico ‘lasciarsi sfuggire’ perché è una di quelle persone che pensa prima agli altri e poi a sé e che difficilmente parla di qualcosa per se stessa che non sia dettato da una necessità obbligata. Quando infatti le risposi: “Mamma non lo sapevo. Vieni con noi!” La sua risposta fu: “ma no, ma no, andate voi”. 

Quest’anno ho deciso di farle un regalo anticipato per il suo compleanno. Ho preso ferie (io vivo a Barcellona e lei a Trieste), ho approfittato della promo del 14 febbraio, prenotato b’n’b e treno. Poi è arrivato finalmente il momento di svelare la sorpresa. Mentre eravamo al telefono una sera di marzo le ho detto di guardare Whatsapp. All’inizio non capiva. “Mamma, è il tuo biglietto per il Salone del libro. Ci andiamo due giorni, giovedì e venerdì. Io vengo prima a Trieste e poi ci andiamo insieme”. Silenzio per qualche secondo. “Ma come?”

Golfo di Trieste

E così, mercoledì 17 maggio prendiamo il treno alle 6 del mattino. Dal finestrino contempliamo una lastra scura sulla quale brillano le navi illuminate dai raggi del sole che si fa strada tra le nuvole. Durante il viaggio, mamma ascolta il suo primo audiolibro: La ragazza con la treccia di Dacia Maraini, una delle sue autrici preferite. Questo infatti sarà un viaggio letterario molto femminile.

Torino ci accoglie con qualche goccia di pioggia che non ci impedisce di godere di un giro in centro. In una libreria Libraccio incontrata per caso, mamma prende Tre ciotole di Michela Murgia che speriamo di riuscire ad ascoltare.

Giovedì: la prima giornata del Salone
Salone del libro di Torino 2023. Attraverso lo specchio.

Giovedì mattina ci prepariamo al Salone con un’ottima colazione e raggiungiamo l’entrata di via Nizza quando sono passate le dieci e trenta. Attraversiamo la serpentina veloci, ridendo per quanto sia strano passare da un lato all’altro con la sensazione quasi di non muoversi. Dopo il controllo dei biglietti le dico: “Mamma siamo qui! Sei contenta?”. Lei mi dice “sì, sì”. Mentre l’anno scorso io avevo sentito una subita ondata di entusiasmo, la sua è la felicità di un sorriso sereno che perdura nel tempo. Mentre io avevo preparato una lista degli espositori da vedere perché sentivo che il tempo mi sfuggiva, lei, a 64 anni e per la prima volta al Salone, si sente a suo agio camminando con tranquillità, assaporando con gli occhi titoli e copertine.

Mamma mi ha trasmesso l’entusiasmo e la curiosità per i libri. Ricordo quando la festa del libro era a marzo e lei mi diceva “Dai, andiamo in libreria!” per festeggiare quel giorno speciale che ricordavo anche sul mio calendario di bambina. A casa ci sono sempre stati libri, i suoi, quelli di papà e i miei. Poi quelli dei nonni che continuano a vivere anche tra le pagine. Il nostro al Salone è stato quindi un duo implacabile, un continuo ‘te lo prendo io’, limitato solo dallo spazio nel mio zaino.

Abbiamo iniziato la visita dal padiglione 1, quello dedicato ai progetti editoriali recenti, ma dove c’era anche il Mufant (un giorno troverò la S della maglietta dell’Uomo Tigre), il Libraccio e la Torre di Libri. Quest’anno il tema del Salone era Attraverso lo specchio e, accanto alla torre, un gioco di specchi ti faceva entrare nel pieno della tematica. Mia mamma, a cui non piace essere fotografata, mi ha chiesto di farci una foto.

Al padiglione 2 ci siamo fermate da Iperborea per prendere un libro della mia lista di preferiti e lei un titolo di un autore che le ho fatto scoprire e di cui ha detto di voler leggere tutto: Jón Kalman Stefánsson (abbiamo parlato di Crepitio di stelle qui).

Stand di Iperborea editore
Stand di Manni editore

Iperborea e Manni editori

Nello stand della casa editrice Manni, mamma riconosce il giornalista Bruno Gambarotta, molto anziano, a cui si avvicina un gruppo di bambini. Conviene con un ragazzo che fa una foto che la scena è emozionante.

Parla con tutti, intavola discorsi. Siamo tra amici, ci si riconosce nelle piccole manie, come girare con una lista di titoli o raddrizzare un libro che si è spostato.

Sempre da Manni, mamma prende due volumi di Alda Merini. Ama la poesia e quando vede due ragazze giovani prendere in mano i libri della poetessa dice: “Che bello vedere la gioventù che si avvicina alla poesia. A me, emoziona. Vuol dire che c’è speranza!” La signora della casa editrice ne conviene e mia mamma non può fare a meno di aggiungere: “e comunque sono sempre le donne a leggere di più”. Riceve in regalo un altro libricino di poesie. Quando andiamo via saluta con un: “Auguri per tutto, ragazze!”. E questa volta sono io che mi emoziono un po’.

Non facciamo in tempo a fare un giro completo perché abbiamo prenotato i posti per la conferenza inaugurale: un dialogo tra Loredana Lipperini e Svetlana Aleksievič. Ascoltiamo la bella introduzione che il direttore del Salone, Nicola Lagioia, fa di Loredana Lipperini e seguiamo quasi rapite le parole di questa brava giornalista su Svetlana Aleksievič, fisicamente non presente per un problema di salute. Poi ascoltiamo lei, la premio Nobel, una donna che potrebbe essere la signora della porta accanto, non solo per il suo aspetto semplice, ma perché l’universalità del suo discorso, seppure complesso perché attraversa le sfaccettature dell’animo umano e della vita, ce la fa sentire vicina come una madre o una sorella.

Edizioni Tlon

Edizioni Tlon

Dopo pranzato, continuiamo il nostro giro nel padiglione Oval e poi nel 3. Mamma mi regala un libro di Tlon, Donne in viaggio, ed osserviamo tutti i titoli che ci sembrano interessanti. Di nuovo nel padiglione 2, passeggiamo immerse nei colori e nelle forme dei libri delle case editrici per bambini che creano piccoli grandi miracoli di carta. Qui ci si sente leggeri.

Primavera edizioni
Gallucci editore

Edizioni Primavera e Gallucci editore

“Mi sento ubriaca di libri” dice mia mamma e alle 18 decidiamo di concludere la prima giornata.

Venerdì: il Salone si riempie

In questo secondo giorno, in cui sembra esserci più gente di quello prima, il nostro ritmo è diverso. Abbiamo passeggiato lungo quasi tutti i corridoi dei padiglioni e posato gli occhi su tantissimi titoli. Ci fermiamo da Le capovolte e la ragazza dello stand ci parla del progetto che stanno portando avanti insieme a due artiste: parlare dei femminicidi dall’Ottocento in poi. Per appoggiare il progetto, mamma prende un libro che poi mi passerà. Tutto qui è scambio e arricchimento.

Le capovolte

Le Capovolte edizioni

Guardiamo le belle copertine di Henry Beyle, quelle di Arbor libri, la scala cromatica formata dai libri di Nottempo, i libri cartolina di L’orma editore e penso inevitabilmente al lavoro editoriale che c’è dietro, alla produzione, ai costi, alla carta, ai diritti d’autore, a quando l’anno scorso seguivo il master in editoria.

  • Henry Beyle
  • Arbor libri
  • Nottempo
  • L'orma editore

Arriva l’ora di pranzo e troviamo a fatica una sedia libera nella galleria. Dico a mia mamma di sedersi mentre vado a prendere qualcosa da mangiare e quando torno la ritrovo in compagnia di Eduardo, di 5 anni, e del suo fratellino Emanuele. Sta dando un’occhiata ai due bimbi mentre la loro mamma è in fila lì vicino per un hot dog. “Che brava a venire al salone con due bimbi così piccoli”, mi dirà poi. 

Alle 14,30 andiamo ad ascoltare Luciano Canfora, Maurizio Ferraris e Gabriele Segre che dialogano su Occidente e futuro. Alle 16 ci spostiamo in un’altra sala per la presentazione di Daria Bignardi e Andrea Pomella del libro Come d’aria di Ada d’Adamo. Ne usciamo con tante sensazioni ed emozioni ma troppo tardi per raggiungere la sala Oro dove sta parlando Michela Murgia. Dobbiamo arrivare a Porta Nuova per prendere il treno.

Maurizio Ferraris, Luciano Canfora e Gabriele Segre
Andrea Pomella e Daria Bignardi

Quando arriviamo a Trieste, mamma ha quasi finito Marco Polo di Maria Bellonci e io sono a metà de L’età dell’entusiasmo di Angela Staude Terzani. Stipati nello zaino, un’altra ventina di libri. Sono più i suoi, naturalmente.

Attraverso lo specchio. SalTo 2023

Il Salone Internazionale del Libro di Torino è un’esperienza meravigliosa per tanti motivi. Ci si immerge in un mondo di carta, si assaporano con gli occhi titoli e copertine, ci si sente leggeri tra i colori dei libri illustrati.

Si condividono con gli altri passioni e manie, si ascoltano parole sagge da persone famose e parole che riempiono il cuore da chi si è appena incontrato.

Si scoprono nuovi progetti e case editrici, si apprezza il buon lavoro editoriale.

Quest’anno il mio SalTo è stato ancora più speciale, perché sono andata al Salone con la persona che mi ha trasmesso l’amore per i libri. Insieme siamo andate Attraverso lo specchio per ritrovarci come quando andavamo in libreria per la festa del libro, io bambina, lei donna giovane. Per ritrovarci sempre madre e figlia con una passione comune. I libri sono un atto d’amore!

Testo e foto Chiara Mancinelli

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