Eva Cantarella, Gli inganni di Pandora

L’origine delle discriminazioni di genere nella Grecia antica

Eva Cantarella, Gli inganni di Pandora (Feltrinelli)

Universale economica Feltrinelli, 2022

Dopo aver vissuto a lungo in un secondo piano, sembra che si stia riscoprendo la donna come individuo e come corpo. Diventa notizia che un’alta rappresentante politica non disponga di una sedia come i suoi colleghi maschi o che i vaccini di ultima generazione non abbiano tenuto conto del ciclo della donna.

Temi come il femminismo, la discriminazione e la parità di genere, la violenza sulle donne o la possibilità di retrocedere sul diritto all’aborto sono assolutamente attuali.

Da qualche tempo, si è iniziato anche a parlare di cosa voglia dire essere donna, di ruoli sociali imposti, di maternità, di salute mentale, affettiva e sessuale. Sono tantissimi quindi gli aspetti di una questione che è necessario e doveroso affrontare.

Da un punto storico, ad esempio.

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E se lo facessimo proprio partendo dall’inizio?

Da quando la donna è stata percepita come diversa dall’uomo e perché questa differenza è stata codificata come inferiore?

Ci aiuta a capirlo Eva Cantarella con Gli inganni di Pandora, un libricino di 85 pagine appena che però ha tanto da dire.

Eva Cantarella è storica e giurista e si occupa di Storia greca e del mondo classico da moltissimi anni. Ne Gli inganni di Pandora, l’autrice parte appunto dal mito di Pandora, la prima donna, inviata da Zeus per punire gli uomini dopo che Prometeo ha donato loro il fuoco rubato agli dèi.

Dal mito, l’idea che esista un’inferiorità basata su differenze biologiche e naturali passa ai medici e ai filosofi.

Ci troviamo in un’epoca nella quale l’analisi medica non si basa sull’osservazione interna del corpo (che è studiato solo quando viene ‘scoperto’, ad esempio nel campo di battaglia). Si crede che siano gli umori (freddo, caldo, umido e secco), simili ai quattro elementi (terra, aria, fuoco e acqua) a regolarlo.

La buona salute è costituita dall’equilibrio degli umori e la malattia, di conseguenza, è vista come uno squilibrio che va compensato.

“L’utero era insomma un organo mobile, i cui movimenti secondo gli Ippocratici erano dovuti al fatto che, se non era ancorato al suo posto dalla gravidanza, né mantenuto umido dai rapporti sessuali, quando si asciugava andava alla ricerca di organi più umidi abbandonando la sede originaria e spostandosi nel corpo per ricollocarsi in parti diverse, distanti tra loro, quali – tra i casi citati dagli Ippocratici – persino il cuore, i polmoni, il fegato, il retto e il cervello…”.

Eva Cantarella, Gli inganni di Pandora.
L’origine delle discriminazioni di genere nella Grecia antica.

Oltre a regolare il corpo, gli umori influenzano anche il carattere (flemmatico, collerico ecc.) e sono presenti in modo diverso negli uomini e nelle donne. Quest’ultime infatti sono considerate fredde e umide a causa del ciclo mestruale.

È proprio a causa di questa sua natura che il carattere della donna è più instabile, come sostiene Girolamo Manfredi ancora nel XV secolo. Nel suo libro Il perché, questo filosofo e medico spiega che, a causa del cranio più piccolo, nella donna i fumi prodotti internamente stentano ad uscire rendendola quindi più imprudente e pazza.

. Girolamo Manfredi, Libro intitolato il perché

Ritornando a Gli inganni di Pandora, Eva Cantarella spiega che, con il mito, la medicina e la filosofia, la differenza di genere si sedimenta nella società e si codifica nel diritto greco.

“… la violenza sessuale sulle donne veniva punita solo se commessa ai danni di alcune di esse: quelle (e solo quelle) con le quali si commetteva “adulterio”, vale a dire quelle “oneste” che vivevano in un oikos sotto il controllo, la protezione e il potere di un cittadino ateniese”.

E dal mondo classico, la differenza di genere viene trasmessa a quello latino, occidentale. Fino ad oggi.

La considerazione medica secondo la quale l’utero fluttuasse all’interno del corpo della donna può quasi fare sorridere.

Ma deve farci anche riflettere su quanto, ancora oggi, siamo eredi di una cultura che, ad esempio, ci ha fatto percepire come imbarazzante un processo naturale. Chi, a scuola o al lavoro, non ha nascosto l’assorbente nella manica o nella tasca dei pantaloni prima di andare in bagno spinta da un senso di vergogna?

Come dichiara l’autrice, Gli inganni di Pandora è un “libro [che] non pretende di delineare la storia della differenza di genere. Si propone solo di illuminarne alcuni momenti, per mettere in luce come l’idea che l’identità personale fosse legata all’appartenenza sessuale intesa in senso naturalistico fosse ben radicata sin dalle origini della civiltà greca”.

Ma diventa una lettura importante e necessaria per riflettere, per iniziare altre letture, per parlare, cercare, capire. Anche lottare, quando necessario.

In definitiva, per capire il nostro presente dobbiamo guardare anche al nostro passato. E fare un po’ di luce.

Testo e foto di Chiara Mancinelli

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