Oggi, 21 giugno 2022, in occasione della giornata internazionale dello Yoga, ho scelto di condividere una delle pratiche più conosciute e rinomate: il Saluto al Sole, o in sanscrito Sūrya Namaskara.
Sūrya – sole Namaskara – saluto



Asana e varianti
In questa pratica vengono eseguite delle āsana (posizioni) ripetute in sequenza in maniera dinamica, dove l’attenzione verrà portata nella coordinazione tra i movimenti eseguiti dal corpo e il respiro – strumento fondamentale nella pratica dello Yoga. In occidente è una delle pratiche più conosciute, essendo una sequenza adatta a tutti e che molti neofiti usano per avvicinarsi al mondo dello Yoga e alla sua pratica quotidiana.
Le varianti di questa sequenza possono essere davvero infinite, infatti, ne esistono numerose versioni – ciascuna correlata ad una diversa tradizione, maestro o centro Yoga – ma le più conosciute e praticate, rimangono tre: il Sūrya Namaskara dell’Hatha Yoga e i Sūrya Namaskara A e B dell’Ashtanga Yoga.



Fin dai tempi più antichi si è reso omaggio al Sole, rappresentazione di ciò che nutre e dà la vita. Questa pratica, se eseguita all’alba, può simboleggiare una rinascita dopo la notte, al nuovo giorno e al suo inizio. Tradizionalmente quindi, si dovrebbe praticare il Sūrya Namaskara al crepuscolo – momento in cui la notte e il giorno entrano in contatto.
Nella sua pratica individuale il saluto si ripete per 12 volte, essendo anche 12 il numero di āsana che lo contraddistiungue, per un minimo di 3 ripetizioni.



La pratica nei giorni del solstizio
Inoltre, nei giorni del solstizio, per celebrare l’entrata del nuovo ciclo di luce, possono venir praticati fino a 108 saluti al sole – in quanto numero sacro nell’Induismo e nello Yoga. Simbologicamente, il praticante avrebbe quindi la possibilità di “connettersi” con il Sole, traendo dalla sua luce nuova energia e nuova forza vitale. In ogni posizione può venir usato uno specifico mantra (formula sacra, canto, preghiera), un mudrā (gesto simbolico a livello energetico e/o spirituale) o un prāṇāyāma (esercizio di controllo del respiro) che possono aiutare il praticante ad approfondire e consapevolizzare sempre più la sua pratica.



Il saluto al sole può divenire così una sorta di meditazione in movimento, dove la persona oltre che iniziare a beneficiare della flessibilità delle āsana eseguite e del miglioramento della capacità respiratoria, avrà la possibilità di liberare la sua mente ed iniziare a coltivare un’attitudine in cui volgere la sua attenzione all’interno, avvicinandosi a sé stesso e all’armonia che ogni individuo merita di avere.
Buone pratiche, Namasté.

Caterina è istruttore di Yoga tesserato CSEN dopo essersi formata durante un triennio presso l’associazione Yoga e Ayurveda Joytinat di Trieste
Testo e foto di Caterina Salomone