Belgio: un viaggio per riflettere su cosa voglia dire viaggiare

Il viaggio in Belgio è durato pochi giorni, eppure è stata un’esperienza unica per riflettere su cosa voglia dire viaggiare dopo tanto tempo.

Un viaggio è uno specchio in cui ci si vede con nuovi occhi. Viaggiare è un’opportunità unica di scoprire, ma anche di scoprirsi, perché a contatto con una nuova realtà non è detto che ci comportiamo come sempre. Viaggiare è mettersi a confronto con se stessi, con gli altri e con altri viaggiatori e con modi diversi di viaggiare. E tutte queste considerazioni sono venute a galla grazie ad una chiacchierata fatta con la famiglia che gestiva l’hotel dove siamo stati a Bruxelles. 

L’ultimo pomeriggio siamo andati a riprendere gli zaini che ci tenevano da parte dopo il check-out e, mentre ci sistemavamo per partire, abbiamo scambiato quattro chiacchiere su Barcellona, la Turchia e il Belgio. Abbiamo raccontato quello che avevamo fatto in quei pochi giorni di vacanza e il ragazzo che si occupa della reception ci ha spiegato che di solito molti turisti, soprattutto chi viaggia in gruppi grandi, arriva a Bruxelles la mattina e se ne va alla sera. “Non sono come voi”. Questa frase mi ha molto colpito. Non sono come noi… e noi come siamo? Ho pensato.

Belgio: un viaggio per riflettere su cosa voglia dire viaggiare- Bruxelles - foto Chiara Mancinelli
Bruxelles
Concattedrale di San Michele e Santa Gudula, Bruxelles - foto Chiara Mancinelli
Cathédrale Saints Michel et Gudule

In questo viaggio, il primo all’estero dopo la pandemia, abbiamo camminato per 20 chilometri in una foresta tempestata di campanule.

Hallerbos, la Foresta blu di Halle, si trova in questo paesino che è poco distante da Bruxelles e facilmente raggiungibile in treno. Fuori dalla stazione, due linee di autobus conducono alla foresta. Quel giorno, un sabato, insieme a noi c’erano tantissime altre persone, famiglie, bambini, cani, c’era persino una gara di corsa, eppure l’atmosfera non ha perso la sua magia. Non ci sono stati schiamazzi, confusione, sporco. Mi piace pensare che tutti quelli che hanno deciso di andare in quel bosco, quel giorno, sono stati conquistati dall’atmosfera di un luogo meraviglioso.

Belgio: un viaggio per riflettere su cosa voglia dire viaggiare. La foresta blu di Halle, Belgio. Campanule.
Hallerbos, Belgio, foto Chiara Mancinelli
Hallerbos
La foresta blu di Halle

Molto diverso è stato il giorno dopo a Bruges. Un po’ perché era domenica, un po’ perché la meta è turistica e la città piccola, la concentrazione di persone era tale che pesava su quanto di bello e di interessante c’era da vedere: le piazze, i ponti sui canali, le chiese…

Il momento sicuramente peggiore è stato, sia all’andata che al ritorno, il viaggio in treno per il comportamento di compatrioti che si permettevano di giudicare gli altri passeggeri, di spostare i bagagli altrui per cercare un posto, di prenotare in un ristorante per assaggiare un piatto tipico, ma che tanto “se poi non ci andiamo non fa niente”.

A Brugge però abbiamo avuto la fortuna di trovare un posto quasi nascosto con un giardino interno dove l’unico rumore era quello degli uccelli. Il pranzo da Marie è stato una boccata di ossigeno che è continuata, di ritorno a Bruxelles, nella bellissima libreria Tropismes.

Grazie al suggerimento di un amico, siamo andati alla ricerca di questa libreria che in un primo giro nella galleria Sant Hubert ci era sfuggita.

Tropismes è una libreria a più piani, con una vasta scelta per adulti e bambini e che i giochi di specchi rendono davvero speciale. Una di quelle librerie, insomma, dove è bello stare e dove è bello perdersi.

Un’altra libreria che abbiamo scoperto, questa volta per caso, è Evasions, un grande spazio che raccoglie cd, video e libri di seconda mano, molto ben tenuti e classificati. Anche questo uno spazio piacevole, nel quale passare un tempo senza lancette dettato solo da piccole scoperte.

In entrambi i casi, e da Evasions soprattutto, la sezione dedicata ai BD, les bandes dessinnée, è molto importante. Il Belgio ha una grande tradizione di personaggi, illustratori e case editrici dedicate ai fumetti, basti pensare a Tin Tin, che insieme a Milhou cappeggia sul tetto della sede della casa editrice Le Lombard. Non siamo riusciti a visitare il museo del fumetto che ci ripromettiamo di vedere nella prossima visita.

Belgio
Un viaggio per riflettere su cosa voglia dire viaggiare. Casa editrice Le Lombard. Foto Luigi Cervelloni.

In queste librerie mi ha colpito vedere divisioni per letterature diverse da quelle che trovo di solito, come quella africana o araba, sicuramente riflesso di una società tanto più variegata rispetto a quella nella quale vivo. È bastato vedere le persone scendere da un autobus una mattina mentre facevo colazione per capire che la letteratura (oltre alla cucina) era un ottimo modo per rappresentare la concentrazione di lineamenti e tratti diversi. 

Vicino a Notre Dame du Sablon, una bella chiesa in stile gotico, si trova una libreria con uno stile molto diverso. La Taschen è una casa editrice tedesca famosa per le edizioni di libri d’arte estremamente curate (e con prezzi altissimi). Edizioni speciali, carissime (come quella dedicata alla Ferrari da 5 mila euro), coffee table books, ma anche qualche edizione economica, come quelle della Bibliotheca universalis a 16€.

Belgio
Un viaggio per riflettere su cosa voglia dire viaggiare.
Libreria Taschen Bruxelles foto Luigi Cervelloni.
Taschen, Bruxelles
Belgio
Un viaggio per riflettere su cosa voglia dire viaggiare.
Libreria Taschen Bruxelles foto Luigi Cervelloni.

Un’ultima osservazione sui libri è quella dedicata al Relay dell’aeroporto di Bruxelles. Nonostante si tratti di una catena presente in diversi aeroporti, questo negozio in particolare si distingueva da quello, ad esempio, di Barcellona, per la grande presenza di libri. Su più e più scaffali erano disposti testi in francese, inglese o neerlandese.

Belgio: un viaggio per riflettere su cosa voglia dire viaggiare. Bruxelles.

Ci è mancato vedere qualche museo, girare un po’ di più per Bruxelles, mangiare i gofres, prendere la metro. Ma è stato un viaggio che ci ha fatto scoprire cose nuove, relazionarci con altre persone, confrontarci con gli altri, con altri modi di viaggiare, porci delle domande. Come sarà Bruges in autunno? Nevicherà in inverno? Dove fa la spesa la gente a Bruxelles? Perché le chiese hanno questi orari? Quanto costeranno gli affitti?

Non ci resta che viaggiare di nuovo, alla ricerca di risposte.

Chiara Mancinelli

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