Libri per saperne di più sulla medicina e gli specialisti del settore sanitario
Qualche tempo fa ho avuto l’occasione di rivedere un ex collega di lavoro che ha superato una forma di leucemia. E così abbiamo avuto modo di fare due chiacchere gustando un buon caffè Kimbo. Durante la conversazione, traspariva il senso di gratitudine di Giorgio nei confronti del personale sanitario che lo ha curato e un’espressione che ricorreva spesso nel suo racconto per descriverli era “coloro che studiano per noi”.
Questo inevitabilmente ci ha portato a considerare lo sforzo ed i sacrifici che ha dovuto sopportare il settore negli ultimi due anni e del poco che sappiamo di coloro che hanno contribuito a cercare di debellare le malattie che affliggono l’essere umano e a migliorarne la qualità di vita.
Ci siamo quindi ripromessi d’imparare qualcosa a tale riguardo andando a cercare alcuni testi di divulgazione che potessero essere informativi ed ameni allo stesso tempo.
Quella che segue è la prima parte di una lista che hanno compilato due persone che non hanno “studiato per noi”, ma che in misura diversa, hanno ricevuto i benefici di coloro che lo hanno fatto e continuano a farlo.
Doctors: The Biography of Medicine
Shervin B. Nuland (Vintage Books, 1995)

Si tratta di una raccolta di biografie di alcuni dei medici che hanno fatto la storia della medicina, soprattutto della chirurgia.
“Why, exactly, did the Hippocratic physicians practice their art in a manner that not only was on an ethical level beyond reproach, but also served as a model for almost a hundred generations after them? What motivated their medical morality, and what motivated their concern for patients as individual fellow human beings?”
In libro è stato tradotto italiano da P. Frezza Pavese con il titolo I figli di Ippocrate. Storia della medicina, dagli antichi greci ai trapianti d’organo, Mondadori, 2017.
Los diez mayores descubrimientos de la medicina
Meyer Friedman y Gerald W. Friedland (Paidos, 1999)

Anche in questo caso, il libro contiene una serie di biografie ma di più ampio respiro.
“La mayoría de nuestros diez descubridores eran jóvenes (edad media 32,4 años) cuando hicieron sus descubrimientos. En realidad, tres (Vesalio Long y Anichkov) no habían cumplido los treinta; Roentgen era el mayor (cincuenta años) en el momento de su asombrosa observación”.
“Después de haber descrito, lo mejor que hemos podido, las caracteristicas científicas de nuestros diez descubridores, nos preguntamos con cuál de ellos encontraríamos más interesante estar y cuál sería la persona más encantadora. También nos preguntamos con cuál estaríamos dispuestos a pasar unas cortas (o incluso largas) vacaciones. ¿Qué persona tendría más probabilidades de fascinar y encantar a los dos mundanos autores de este libro con sus intereses y sus talentos?”
Il volume è stato pubblicato da Dalai Editore nel 2000 con il titolo Le dieci più grandi scoperte della medicina (traduzione di N. Colombi).
Do no harm
Henry Marsh (Picador, 2014)

Henry Marsh è un neurochirurgo e questo testo presenta un ritratto a tutto tondo dell’uomo sotto il camice. Venticinque capitoli, venticinque operazioni neurochirurgiche delle quali l’autore fornisce vividi resoconti di pazienti prima e dopo l’intervento. Leggeremo dei successi e dei fallimenti della professione e del peso che questo comporta.
“He said that it was best to see medicine as a form of craft, neither art nor science – an opinion with which I came to agree in later years.”
Ponte alla Grazie ha pubblicato la versione italiano Primo non nuocere. Storie di vita, morte e neurochirurgia (traduzione F. Bruno, 2016).
Da vedere
Anche se non si tratta di un libro vorrei menzionare, tra le tante serie dedicate a medici e ospedali, una in particolare che miscela abilmente personaggi reali e fittizi.
Si tratta di una saga tedesca composta da tre miniserie, dal titolo Charité
La serie è ambientata nel 1888 e segue le vicissitudini di un gruppo di docenti e studenti associati all’ospedale Charité. Nel corso del serial facciamo la conoscenza di alcuni ricercatori che lavorarono presso la struttura berlinese, e questi includono Rudolph Virchow, Emil von Behring, Robert Koch, Paul Ehrlich ed Ernst von Bergmann.
Rudolph Virchow è conosciuto come il “padre della patologia moderna” e Nuland gli dedica un capitolo del libro Doctors.
Emil von Behring fu il primo ad utilizzare la sieroterapia come trattamento atto ad immunizzare un essere umano contro una malattia mortale. Questa tecnica utilizza lo stesso principio del plasma convalescente (quello che è stato utilizzato come trattamento per il Covid19), anche se gli scienziati non potevano ancora separare il plasma dal sangue intero. Nel 1901 Behring vinse il primo premio Nobel per il suo risultato.
Robert Koch è ritenuto il “padre della microbiologia” e ricevette il premio Nobel nel 1905 per il suo lavoro sulla tubercolosi. Paul Ehrlich ha ricevuto il premio Nobel qualche anno più tardi, nel 1908, per il suo lavoro in immunologia.
Ernst von Bergmann viene considerato un pioniere della chirurgia asettica in quanto è stato il primo chirurgo a insistere sulla sterilizzazione a caldo dei suoi strumenti chirurgici, riducendo così significativamente il tasso di infezioni post-operatorie.
Continua…
Testo e foto di MAFA