Parliamo dell’avvenimento sportivo dell’anno e dei libri che ci aiutano a capirlo.
Il 14 febbraio si celebrerà il giorno di San Valentino, la festa degli innamorati, che quest’anno coincide con la ritrasmissione in Europa del Super Bowl LVI.
Quello che negli Stati Uniti è l’avvenimento sportivo più seguito ed amato dell’anno, in Italia viene solitamente presentato fornendo alcuni dati: i chili di carne e i litri di birra che verranno consumati nei barbecue organizzati per seguire la partita, il costo di 30 secondi di pubblicità, chi canterà l’inno nazionale, chi terrà il concerto che si svolge durante l’intervallo.
Infine, si anticipa che il premio al miglior giocatore della partita verrà probabilmente assegnato al “regista” della squadra vincente.
Ma cosa rappresenta e come la National Football League ha raggiunto lo status di sport numero uno nel paese a stelle e strisce?
Come riporta Michael MacCambridge, autore di America’s Game: The Epic Story of How Pro Football Captured a Nation, nel corso degli anni il football americano è giunto ad essere:

Il simbolo perfetto della frenetica urgenza modernista del paese, uno splendido intrattenimento, una professione che impone e trasforma, e una metafora significativa per la ricerca più americana di tutte quelle idee apparentemente male assortite ma inestricabilmente legate di competizione e comunità.
Michael MacCambridge, America’ s Game: The Epic Story of How Pro Football Captured a Nation (Anchor; Illustrated edition 2005, 608 pp.)
Quella idea di progetto di una comunità che risale alla fondazione dello stato.
Scrive James West Davidson: “Americans thought their way to a revolution and fought their way to independence. But could they stay united? At war’s end, Congress issued an official Great Seal of the United States featuring an eagle with the motto: E pluribus unum. Out of many, one. But how could this possibly be managed?”.

Gli americani hanno pensato la loro strada verso una rivoluzione e hanno combattuto la loro strada verso l’indipendenza. Ma riuscirono a rimanere uniti? Alla fine della guerra, il Congresso emise un Grande Sigillo ufficiale degli Stati Uniti con un’aquila e il motto: E pluribus unum. Da molti, uno. Ma come poteva essere gestito questo?
James West Davidson, A little History of the United States (Yale University Press, 2016)
Morale individualista e spirito di autosuperamento messi a disposizione del progetto comune?
Per i giocatori, molti dei quali provengono da famiglie di umili origini, la NFL rappresenta la possibilità d’inseguire quella “pursuit of happiness”, consacrata dalla dichiarazione d’indipendenza degli USA.
Per i proprietari è il compimento di un progetto vitale che ci ricorda Max Weber che scrive:

L’attività lucrativa non è più in funzione dell’uomo quale semplice mezzo per soddisfare i bisogni materiali della sua vita, ma, al contrario, è lo scopo della vita dell’uomo, ed egli è in sua funzione”.
Max Weber, L’ etica protestante e lo spirito del capitalismo (BUR, 1991),
E ancora: “Se, infatti, si chiede perché «gli uomini» debbano fare «denaro», Benjamin Franklin – sebbene fosse un deista senza una tonalità confessionale – risponde, nella sua autobiografia, con un versetto della Bibbia che – come dice – il padre rigorosamente calvinista, gli aveva sempre martellato in testa quando era ragazzo: «Hai tu veduto un uomo spedito nelle sue faccende? Egli starà al servizio dei re». Il guadagno di denaro – se ha luogo legalmente – all’interno dell’organizzazione economica moderna è il risultato e l’espressione dell’abilità nella professione…”.
Quella che ci racconta MacCambridge è la storia dei protagonisti di questa impresa radicata nello spirito americano che, almeno nei propositi, è il paese dove tutto è possibile. Dove ogni individuo ha un’uguale opportunità di trarre il massimo dalla propria vita e dai propri talenti, dove nessuno dovrebbe avere minori opportunità di vita a causa di come è nato, da dove viene, in cosa crede o se ha una disabilità.
Raccontandoci di Vince Lombardi, il mitico allenatore al quale è intitolato il trofeo che si consegna alla squadra vincitrice del Super Bowl, MacCambridge scrive: “On the field, there was less room for segregation than ever before. During his first training camp with the Packers in 1959, Lombardi confronted his team about racism. “If I ever hear nigger or dago or kike or anything like that around here, regardless of who you are, you’re through with me,” he said. “You can’t play for me if you have any kind of prejudice.”
La NFL è una grande storia americana e il Super Bowl la sua apoteosi.
Scrive Vicente Verdu nel suo saggio vincitore del XXIV Premio Anagrama de Ensayo: “Estados Unidos es una colectividad aliada por la fe en las leyes de un ser supremo que unas veces es la Divinidad y otras es la divinización de América”.

Gli Stati Uniti sono una collettività unita dalla fede nelle leggi di un essere supremo che a volte è la divinità ed altre la divinizzazione dell’America.
Vicente Verdu, El Planeta Americano (Anagrama, 1996)
E quando, sull’ultima nota dello The Star-Spangled Banner, con le telecamere che scorrono su giocatori, allenatori e spettatori con la mano sul cuore e i volti rigati dalle lacrime, i caccia della USAF solcano il cielo tingendolo dei colori della bandiera americana, siamo testimoni di tale divinizzazione.
Testo di MAFA
Playlist di MAFA e Caterina