Il popolo dell’autunno

Ray Bradbury ti porterà ai confini dell’onirico, dove paura e poesia si incontrano.

Il popolo dell’autunno potrebbe sembrare un libro per ragazzi. In fondo, i protagonisti sono due tredicenni, Jim e William, amici uniti da una minima differenza di età, dallo spirito di avventura e da due cognomi particolari: Nightshade e Halloway.

Ma Il popolo dell’autunno è molto di più: è un libro poetico, inquietante ed onirico. È una metafora sulla crescita, la lotta con il proprio lato oscuro, l’accettazione e il superamento delle proprie paure. È un libro che ameremo se siamo adulti, perché, in fondo chi non accetterebbe la sfida di correre fino al lampione?

Il popolo dell'autunno, Ray Bradbury (traduzione di Remo Alessi, Oscar Mondadori 2021). Foto e recensione Chiara Mancinelli.

Ray Bradbury, Il popolo dell’autunno (traduzione di Remo Alessi, Oscar Mondadori 2021).

Nella piccola cittadina di Green Town, un anno Halloween arriva prima. Il 24 di ottobre, tre ore dopo la mezzanotte, fa il suo arrivo in città un Luna park molto particolare. E, ancora prima, gli abitanti sentono che qualcosa sta per arrivare. Un venditore regala a Jim un parafulmini perché arriverà una tempesta e colpirà la sua casa. Il signor Crosetti, il barbiere, sente invece un odore che aveva dimenticato.


Crosetti respirò, tremando, e fiutò l’aria. “Non sentite questo odore?”.

Jim e Will fiutarono. “Liquerizia?”. “Diavolo, no. Zucchero filato!”.

“Sono anni che non ne sento l’odore” disse il signor Crosetti. Jim sbuffò.

“È nell’aria”. “Sì, ma chi se ne accorge? Quando? Adesso il mio naso mi dice: respira! E io piango. Perché? Perché ricordo che tanto tempo fa i ragazzi mangiavano questa roba. Perché non mi sono mai dato la pena di riflettere e di fiutare l’aria, in questi ultimi trent’anni?”.


Il Luna park del signor Crooger e del signor Dark non è come gli altri. I fenomeni sono inquietanti e terribilmente credibili e le attrazioni mettono a prova i desideri più oscuri di chi le visita. Will e Jim cercano di mettere in guardia gli adulti, ma solo Charles Halloway, il padre di Will, anche se considerato vecchio, è in grado di capirli e di comprendere la situazione.

Inizierà quindi una lotta tra Jim, Will e il signor Halloway contro la Strega della polvere, l’Uomo illustrato, il giovane Crooger, ma anche una presa di coscienza dei propri desideri, delle proprie inquietudini e del senso della vita (bellissimo il monologo di Charles Halloway nella biblioteca).

La verità è alterata dai trucchi di magia, veri o falsi; nelle avventure notturne sogno e realtà si confondono. La costante che accompagna il lettore è una sensazione onirica, poetica, emozionante ed inquietante che lo spingerà, una pagina dopo l’altra, ad amare questa storia. Abbia l’età che abbia.


L’aria fredda soffiava attraverso la finestra aperta della biblioteca. Charles Halloway era rimasto lì a lungo. Ora si affrettò. Lungo la strada sottostante fuggivano due ombre e sopra di loro due ragazzi inseguivano quelle ombre, balzo a balzo. Imprimevano i loro passi nell’aria notturna, silenziosamente.


Sull’autore: Ray Douglas Bradbury (Waukegan 1920 – Los Angeles 2012) ha innovato il genere fantascientifico. Nel 1950 raccolse diversi racconti in Cronache marziane ottenendo un successo internazionale. Seguirono altre opere come il famoso Fahrenheit 451 (adattato anche al cinema). Bradbury lavorò anche come sceneggiatore per il cinema senza tralasciare la scrittura. Non permise la pubblicazione dei suoi libri in formato elettronico e solo nel 2011 acconsentì a adattare Fahrenheit 451, la sua opera più celebre.

Testo e foto di Chiara Mancinelli

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