Trieste
Gironzolare nelle librerie è una delle tante cose che mi piace fare quando torno a Trieste. Le mie librerie di riferimento dell’infanzia non esistono più (quella di viale XX Settembre e la Bancarella a San Giacomo) ma ho imparato a conoscerne di nuove. Durante le vacanze dello scorso luglio, il mio gironzolare mi ha portato a:

Nero su bianco (via Alfredo Oriani 4/b): durante il lockdown, ho approfittato del loro ottimo servizio di consegna a domicilio per fare qualche regalo e grazie a loro ho scoperto l’editrice per bambini Usborne. Sono stata recidiva con Cos’è la luna (di Katie Daynes, illustrato da Marta Álvarez Miguéns) per un altro piccolino.

Libreria Lovat (viale XX Settembre 20): è una libreria nata quando vivevo da qualche anno a Barcellona e che visito con piacere ogni volta. Ha una ampia superficie che assicura una grande varietà di generi e materie. Qui ho acquistato Isola di Siri Ranva Hjelm Jacobsen e Cerchi infiniti di Cees Nooteboom (entrambi di Iperborea), Il buio oltre la siepe di Harper Lee (Feltrinelli) e due libri per bambini: il Drago e il topolino (di Marco Furlotti, Nui Nui) e Nel mare (di Anna Milbourne, con illustrazioni di Simona Dimitri, Usborne).

Mondadori bookstore (via Amilcare Ponchielli 3): ha cambiato nome ma per me resterà sempre la vecchia libreria Borsatti. Distribuita su tre piani, strabocca (letteralmente) di libri. Ho acquistato Il vagabondo delle stelle di Jack London (Rusconi) e Le vie dei canti di Chatwin (Adelphi).

Libreria Minerva (via San Nicolò 20): è una libreria di riferimento, ma confesso di aver iniziato a frequentarla solo da quando non vivo più in città. Luminosa, ordinata, apprezzo la divisione secondo case editrici. Ho ripetuto Iperborea (Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna), ho approfittato della promo Feltrinelli (Le cose che bruciano di Michele Serra e Trans Europa express di Paolo Rumiz) e ho messo in saccoccia altri due autori locali: Scipio Slataper (Il mio carso, Bur) e Maria Gherbaz (E vivere. Il tempo delle successioni, Robin).

Libreria Einaudi (via del Coroneo 1): entrare qui mi ricorda sempre quando compravo qualche testo per l’università o i libri di John Fante. Dopo tanta narrativa, ho scelto un saggio: Crimini a nord-est (Ugo Dinello, Luana de Francisco, Laterza).

Libri belli (via Risorta 12/a): è un’iniziativa che ti ricorda che esiste del buono e del bello in questo mondo. È una piccola libreria dove i libri non si comprano e non si vendono. Questa volta non ho preso libri (se no possono prendere fino a tre), ma ho portato un po’ di volumi.
Testo e foto di Chiara Mancinelli